Giorgio Marandola entra a far parte della rete dei Mentors di Get it!, il programma di empowerment e impact investment readiness per idee e start-up a impatto sociale, ambientale e culturale, promosso da Fondazione Social Venture Giordano Dell’Amore e realizzato in partnership con Cariplo Factory.
Giorgio è Senior Consultant e Trainer, dopo aver lavorato da giovane nell’agenzia dei suoi genitori, ha deciso di applicare le conoscenze acquisite al settore del digital marketing, con una particolare propensione all’innovazione e alla trasformazione digitale. Nel corso degli anni ha avuto modo di lavorare direttamente con brand quali: Trenitalia e Dolce & Gabbana, affrontando un range molto ampio di temi, dal digital marketing alla digital transformation, fino alla formazione in azienda. Attualmente collabora attivamente con aziende, PMI, agenzie, centri media e startup su varie tematiche legate al mondo del digital marketing e dell’innovazione.
Giorgio, prova a raccontarti in un Tweet!
Consulente e formatore in ambito digital marketing e innovation. Uno della vecchia guardia, con 15 anni di digitale alle spalle.
Quali sono gli interessi che ti qualificano nella vita?
33% Tecnologia, 33% Innovazione, 33% Design.
Cosa significa per te Impatto Sociale?
L’unico vero impatto che dobbiamo cercare nel business, non pensando solamente ad un profitto sfrenato. Cerco di dare al termine Impatto Sociale un valore molto ampio, che comprenda anche l’ambiente, la sostenibilità e gli spazi in cui viviamo, perchè il mondo, i cittadini, le persone, stanno affrontando sfide nuove e rischiose.
Quali sono secondo la tua esperienza gli elementi vincenti di una start-up?
Il team e la visione. Senza un team non esiste startup e ogni elemento del team deve dare sempre il massimo, per visione invece non intendo la classica “vision” di cui leggiamo sui classici siti corporate di qualche azienda, ma la visione d’insieme sugli strumenti a disposizione e sulle abitudini delle persone.
Qual è il miglior consiglio che daresti a una startup?
Siate agili e “moderni” ma non dimenticate mai di ragionare sul concreto: canali di vendita diretti, indiretti, acquisizione utenti, costo acquisizione utente e via dicendo. Un finanziamento, un grant non è un obiettivo, è il blocco di partenza, dopo inizia la gara, siate concreti ma anche un po’ sognatori.
Un’ultima domanda, quali skills distinguono uno startupper di successo?
Dipende, dal campo in cui uno startupper opera, la prima grande distinzione che farei è se la startup opera nel campo B2C, ovvero “vende” ai clienti finali, al pubblico, o nel B2B, ovvero ad altre aziende. Nel primo caso, la skill più importante è quella di saper interpretare i bisogni e le abitudini delle persone, nel secondo caso la skill più importante è la “sfacciataggine” mista a business acumen, ovvero quella capacità di arrivare all’interlocutore giusto nella potenziale azienda cliente e conquistarlo.
Grazie Giorgio, in bocca a lupo a te e a tutte le start-up di Get it!.